giovedì, settembre 27, 2007

Favole moderne

Pubblicato da apprendistacuoca alle 15:01 28 commenti
Dopo la faticaccia del MeMe, posto un paio di cosucce che ho fatto ieri insieme alla mia sorellina.
SHREK e Ciuchino nella palude verde
Questa la prima creazione: si tratta di una delle mie solite tortine di pan di spagna, in questo caso farcita di crema al lmone. In effetti è molto molto semplice ma il risultato è da paura, grazie soprattutto alla crema al burro verde.
  • 50 g di burro ammorbidito
  • 40 g di zucchero a velo
  • colorante in gocce
Vi basterà mischiare, spalmare sulla torta poi, volendo, si può increspare la superficie con i rebbi di una forchetta. Completate con le decorazioni che preferite (io sto scoprendo che le sorpresine degli ovetti kinder e delle confezioni di merendine possono aprire nuovi orizzonti...) e conservate la torta in frigo fino al momento di servire.
Tortina cifrata
La "C" che ci vedete scritta sopra non è ovviamente la "C" di cifrata, ma la "C" di Cecilia, la mia sorellina. Pure questa è una tortina di pan di spagna, stavolta ripiena di panna montata e confettura, ma a differenza della precedente è decorata usando la pasta di zucchero. Ho trovato la ricetta sul blog di Nightfairy che ci ha fatto delle cosine meravigliose. Io e Cecilia abbiamo fatto solo un piccolo esercizio di riscaldamento...c'è ancora qualche pallina di pasta in frigo, qualcosa ne ricaveremo!
  • 450 g di zucchero a velo
  • 50 g di glucosio (io ho usato il golden syrup)
  • 30 ml d'acqua
  • 5 g grammi di colla di pesce
Mettere in ammollo la gelatina in acqua fredda, strizzarla e poi farla sciogliere in un pentolino insieme ai 30 ml d'acqua. Non deve bollire, perciò spegnete appena la vedete dissolversi.
Versate questo liquidino nel robot da cucina, nel quale avrete già versato gli altri ingredienti. Mixate fino a quando non avrete ottenuto una pasta modellabile.
Io ho dovuto aggiungere ancora un po' di zucchero a velo prima di ottenere un impasto consistente. Ho fatto la pasta bianca e poi ho aggiunto i coloranti insieme ad un altro po' di zucchero. Lavorarla è un piacere, anche perchè la si riesce a stendere sottile sottile, sempre con l'ausilio dello zucchero a velo, un po' come se fosse farina!
Per stenderla su una torta vi converrà prima spalmare il dolce con della panna montata, della crema o della marmellata, in modo che la pasta possa aderirvi più facilmente e refrigerandosi non rimanga troppo secca, anche nel rispetto del vostro palato!
Il golden syrup è stato un esperimento andato a buon fine! Si può provare anche con il miele, ma a mio parere ha un sapore troppo pronunciato, mentre lo sciroppo è dolce e basta e non da nessun problema nè sul bianco nè sul colore.
Le lettere e i puntini li abbiamo fatti con la ghiaccia: zucchero a velo (ve ne servirà un bel po', già!), albume e limone.

MeMe: 8 cose che mi riguardano

Pubblicato da apprendistacuoca alle 12:48 13 commenti
Su invito di adrenalina, gaia, k, nightfairy e scrapucina, rispondo anch'io al MeMe che sta facendo il giro della blogosfera.
E ora che vi racconto???
Vabbe', ci provo...
  1. In questi giorni sto aspettando che alcune questioni che riguardano la mia vita raggiungano un punto di definitività... staremo a vedere! (Più avanti vi spiegherò meglio, ora la butto lì giusto per creare un po' di suspense...).
  2. Lo sapevate che è stato proprio grazie a questo blog che pian piano è venuta fuori la mia vocazione di pasticcera?? Ci sono state certo altre circostanze che hanno favorito di fare i miei passi lungo questa strada, ma senza Delizia non avrei scoperto quanto mi piace passare le mie giornate tra uova, burro, farina, CIOCCOLATO e via dicendo...
  3. Penso che terrò lo pseudonimo di apprendistacuoca ancora per un bel pezzo! Ci sono affezionata, anche visivamente, e poi io voglio ancora imparare, imparare, imparare! Comunque se mi chiamate delizia o giulia sono contenta lo stesso, eh!
  4. Per anni ho fatto da personal coiffeur ad amici e famigliari. Ogni tanto tagliuzzo ancora qualche ciuffo...solo che siccome ad un certo punto pefino l'aspirapolvere si rifiutava di raccogliere i capelli alieni sparsi per casa, ho capito che forse era meglio dedicarmi alla cucina e basta...
  5. Io e la mia sorella di mezzo viviamo, o meglio, dormiamo in una sorta di depandance di casa nostra. Un po' come in America, quando i garage vengono trasformati in mini-appartamenti per i figli più grandi. L'IKEA ha permesso di farci dei miracoli qui dentro (qui perchè mi ci trovo ora)... io ne vado fiera! E' tutta bianca e rosa pesca...
  6. Con Milano, la mia città, ho un rapporto appassionato. Criticatela quanto volete, avete anche ragione, forse. Io però non riesco a farne a meno. So che è folle, ma anche quando vado in vacanza, dopo un po' ne sento la mancanza! Milano è una città da scoprire, da percorrere a piedi con calma, a differenza di quanto fa normalmente la gente che ci vive. Bisogna perdersi per le strade di Milano e guardare gli scorci e le prospettive che spesso inaspettatamente offre, e poi scoprire che non ci si è smarriti ma che, per non si sa quale motivo o logica urbanistica, si è tornati al punto di partenza.
  7. Quest'estate sono stata in pellegrinaggio in Polonia, in uno dei santuari più cari a papa Giovanni Paolo II. Ho percorso insieme ai miei amici 150 km a piedi in 6 giorni, da Cracovia a Czestochowa, dove al santuario di Jasna Gòra, si trova l'immagine miracolosa della Madonna Nera. Dormivamo in tenda e mangiavamo scatolame. Ho camminato circa otto ore al giorno per 6 giorni e non rieso ancora a capire come ho fatto ad arrivare fino in fondo!
  8. L'ultima cosa che vi dico è fresca fresca! Oggi sull'inserto TUTTO MILANO di Repubbublica hanno pubblicato un trafiletto dedicato ai miei corsi di pasticceria per i bimbi!!! E c'è anche il mio nome, che emozione!!!!
Visto che il MeMe ha già fatto il giro del mondo evito di fare le mie 8 nomination...se qualcuno si vuole cimentare sappia che io non lo ostacolerò!

mercoledì, settembre 26, 2007

Roberta Schira e i suoi libri "strani"

Pubblicato da apprendistacuoca alle 11:17 12 commenti
Roberta Schira è una che scrive libri strani. Uso la parola "strani" non tanto per indicare una perplessità che potrebbe essere soggettiva rispetto ai suoi testi. No no, sono strani perchè sono oggettivamente originali.
Il suo primo successo è stato L'amore goloso - con lo zampino di Allan Bay. La prima stranezza qui riguarda proprio l'oggetto libro: ci sono lato a e lato b, due copertine per due generi di lettori. C'è la parte scritta per le donne e, capolvegendo e girando il libro, la parte per gli uomini.

Sottotiltolo A: come sedurre LUI a tavola.Sottotitolo B: come sedurre LEI a tavola.Già una simile struttura promette bene, e in effetti andando a sfogliare le pagine ci si trova a sorridere (se non a ridere di gusto...) per il tono spiritoso (ma anche da esperta psicologa!) con cui Roberta descrive le possibili tipologie umane e i conseguenti espedienti culinari per far breccia nei loro cuori. L'insieme è ovviamente corredato da una gran quantità di ricette, alcune molto raffinate, altre semplici, e altre ancora più goduriose, tutte raccontate con sapienza, chiarezza e passione. Io ne ho utilizzate alcune solo per gola, mai per un partner purtroppo...
Evitando d'inserire il dito nella (mia) piaga, passerei a parlarvi del nuovo libro di Roberta, che ho appena finito di leggere: Piazza Gourmand.Anche qui, subito una stranezza: sulla copertina si legge (purtroppo nell'immagine non si vede, ma sulla mia copia sì, lo giuro!): "romanzo culinario". Romanzo culinario??? L'originale qui, soprattutto rispetto al panorama letteriario italiano, è il genere del romanzo. Voglio dire, non si tratta di un romanzo sentimentale in cui si parla tanto di cibo, come poterbbe essere per Chocolat, dove amore e cibo sono su due piani paralleli, quasi a evocare una continua metafora. In Piazza Gourmand il cibo è invece la chiave di lettura per entrare nelle vite dei personaggi. Anzi, è quasi come se l'esperienza culinaria - o, in generale, l'esperienza del gusto - fosse protagonista e al tempo stesso punto di unità in un intreccio di storie umane. Così scrive Roberta nella breve introduzione al romanzo:
Vittima di una fissazione per il cibo e di uno sfrenato voyeurismo intellettuale, mi ostino compulsivamente a spiare le vite deglia altri dal buco della serratura.
Ho riunito queste due passioni diaboliche in un romanzo in cui i personaggi hanno qualcosa in comune, cioè il cibo: cibo-amore o cibo-ossessione, cibo che cura o cibo che uccide.
Così, se qualcuno* prima di me sentiva che dietro una certa frase c'era una storia che voleva essere raccontata, nello stesso modo oggi io sento che dietro quel piatto, quel sapore, quell'ingrediente c'è un personaggio o uno spaccato di realtà che chiede di prender vita, di essere narrato.
Questo libro è una storia di storie, di intrecci e causalità, di personaggi che si perdono e si ritrovano, di oggetti dimenticati e di fantasmi che ritornano.

Piazza Gourmand è un romanzo culinario.

Roberta Schira

*Raymond Carver, Il mestiere di scrivere, Einaudi, Torino 2002.


E così, tante sono le storie in cui ci si imbatte, tante sono le ricette che le accompagnano. Altra stranezza: le ricette le racconta l'autrice in prima persona, quasi come se alla fine di ogni capitolo volesse fermarsi a dialogare con il lettore su quel dettaglio - il gusto - che lo riguarda direttamente, coinvolgendolo così ulteriormente nella vicenda. Come dare altrimenti sapore a queste storie?
E comunque si tratta di Roberta Schira, voglio dire, mica una gastronoma qualunque. Aspettatevi perciò letture culinarie d'alto livello, sia informativo, che, come dire?...gustativo!
Per chiudere vi lascio un assaggio: è tratto dalla storia di Pierre, che un tempo era un grande chef parigino, ora è un clochard un po' anomalo...
L'anno prima aveva venduto il suo prezioso Van Cleef a un pusher di colore alla Gare du Nord. E come si arrabbiava, quando gli chiedevano come facesse a cucinare senza orologio! "Naso, orecchie, occhi, dita" rispondeva, ecco come si capisce se un piatto è perfetto".
E cuore, aggiungeva tra sé.

martedì, settembre 25, 2007

Cheesecookies

Pubblicato da apprendistacuoca alle 12:12 15 commenti

Si tratta di una di quelle ricette fatte seguendo l'istinto e la memoria. Diciamocelo: sono andata un po' a naso. A caso non direi, perchè ho seguito una certa logica, ma non mi sono rifatta ad una ricetta tradizionale di cheesecake. Innanzitutto volevo proprio che la base fosse dello stesso spessore della crema, perchè mi sembrava un volume più adeguato alla versione cookie di questo dolce. In realtà sono golosissima della base del cheesecake, è la parte che più mi piace! Poi ho usato la ricotta e non il philadelphia, come vorrebbero i puristi...ma ho preso ispirazione da questo post di Micky.
Vi chiederete: ma che bisogno c'era di ritagliare tanti biscottini dalla torta, quando sono già belle e comode delle semplici fette?
Risposta: è una questione psicologica. La fetta mi da l'idea di poter gustare solo una parte di qualcosa che è molto più vasto...in poche parole, una fetta tira l'altra. Il biscotto invece è una unità in sè compiuta. La sua essenza (almeno al momento della presentazione) non dipende da un'entità più grande, perciò mi permette di (illudermi di) fare un'esperienza gustativa completa.
Sì, sono pazza e non tutto fila proprio liscio in questo ragionamento, ma fidatevi: la mia testa e il mio stomaco, quando si cimentano sullo stesso spicchio di realtà, funzionano così...
D'altra parte ci dovrà pur essere un motivo se ho deciso di fermarmi al triennio di filosofia e andare invece a far la pasticcera, no?
per la base:
  • 1 confezione di biscotti tipo digestive (250 g)
  • 100 g di burro
  • 1 cucchiaio di zucchero di canna grezzo
  • 3 cucchiai di golden syrup
sbriciolate, anzi polverizzate i biscotti, poi mischiateli insieme al burro fuso e agli altri ingredienti, poi pigiate questa poltiglia sulla base (rivestita con carta da forno) di uno stampo da torta con cerniera da 24 o ppure 26 cm di diametro. Livellate bene facendo pressione con un cucchiaio la superficie, poi tenete in frigorifero mentre preparate la crema.

per la crema:
  • 400 g di riccotta
  • 4 tuorli
  • 4 cucchiai di zucchero di canna grezzo
  • 3 cucchiai di golden syrup
  • succo di 1 limone
  • scorza grattuggiata di 1 limone
Accendete il forno a 170°C.
Mescolate in una ciotola capiente tutti gli ingredienti. Nessun particolare accorgimento. O almeno, io non mi sono nemmeno preoccupata di montare i tuorli con lo zucchero!
Versate la crema sulla base raffreddata e mettete la torta in forno per 40-45 minuti.
Fate raffreddare a temperatura ambiente, sformate il dolce e tenetolo in frigo per un'oretta prima di mangiarlo.

Voi, che siete normali, tagliatelo a fette...

PS: Siccome nel mio post precedente Alex ha lasciato un commento che mi ha fatto sorridere, ho deciso di ispirarmi alla sua intuizione per le foto della presentazione!

mercoledì, settembre 19, 2007

Torta o bouquet?

Pubblicato da apprendistacuoca alle 23:03 56 commenti
Ieri mi sono proprio divertita! Credo di aver tirato fuori dall'archivio inconscio delle mie ispirazioni alcuni elementi che vi risiedevano da parecchio tempo. Stamattina questi elementi hanno raggiunto il livello della coscienza grazie a un commento di uovosodo, che mi ha fatto ricordare di questa sua creazione meravigliosa, moolto simile alla mia! Poi mi sono accorta di aver esaudito il mio desiderio di sentirmi così: (ho rivisto il film giusto l'altroieri...).
L'altro desiderio esaudito è quello di esser riuscita a riprodurre la banda di cioccolato che per la prima volta ho visto nel libro Chocolat di Trish Deseine.
La stratificazione del dolce la vedete nella foto qui sotto:
Una cosa interessante è che la confettura ai frutti rossi che ho usato si chiama Delizia...vabbè...
Una cosa che non si vede, invece, è che per bagnare il pan di spagna ho usato una bagna al limone, limoncello e roselline, che rinfresca e profuma molto la tortina. Basta portare a ebollizione una tazza d'acqua con delle scorzette di limone non trattato e 2 cucchiaini di zucchero. Quando bolle bisogna togliere dal fuoco e aggiungere mezza tazzina di limoncello e 2 o 3 boccioli di rosa da infuso. Coprite e lasciate raffreddare completamente. Quando il vostro pan di spagna sarà pronto per essere montato, spennellate ogni strato con la bagna prima di spalmarci la farcitura.
Per la farcitura potete fare come vi pare, ovviamente! Uovosodo suggeriva di sostituire la confettura di frutti rossi con una confettura alla rosa. Fate vobis (è una cosa che dice sempre mia nonna)!
Veniamo ora alla banda di cioccolato.
  1. Preparate per lavorare una superficie piana e pulita (un piano in marmo, in acciaio...ma anche il tavolo della cucina, su cui però vi consiglio di stendere e fissare uno strato di carta da forno).
  2. misurate l'altezza e la circonferenza della torta montata e create con la carta da forno o con un foglio di acetato una striscia un po' più alta e un po' più lunga rispetto alle misure prese sul dolce.
  3. Fate fondere il cioccolato (microonde, bagnomaria...come preferite!). Per 2 bande della misura della foto mi è bastata giusta giusta una tavoletta da 100 g.
  4. Stendete bene la striscia di carta sul piano di lavoro, poi versatevi il cioccolato e spalmatelo con una spatola in modo da creare uno strato unifermo e non troppo sottile. Il mio non era proprio uniformissimo, io ho cercato di non superare i 2 mm...
  5. Lasciatelo raffreddare FUORI DAL FRIGO.
  6. Quando tastandolo con il ditino non fa più i fili, ma rimane solo una leggera improntina sulla banda, sarà pronto per essere avvolto intorno alla torta.
  7. Appiccicatelo al bordo della torta lasciandolo attaccato alla carta (anche perchè non riuscireste ancora a staccarlo). E' indispensabile che i bordi della torta siano stati spalmati con un po' di farcitura. Io ho usato la panna con la confettura.
  8. Fate aderire bene la vostra banda e tagliate con precisione il punto della giuntura.
  9. A questo punto METTETE IN FRIGO.
  10. Nel giro di 5 (10, se volete essere proprio sicuri) minuti il cioccolato sarà solido e riuscirete a staccare facilmente la carta.
A questo punto potrete decorarla come più vi piace! Io Ho usato panna montata non zuccherata e rose vere, ma poò essere molto carino anche un abbinamento di fiori e frutta!

martedì, settembre 18, 2007

CoccoCiocco cupcakes

Pubblicato da apprendistacuoca alle 12:28 20 commenti
Ecco qui altri piccoli dolcetti un po' american style in perfetta linea tematica con il logo e l'anima di questo blog!
"CoccoCiocco" è il nome di battesimo di queste cupcakes. Ho creato un neologismo che lasciasse sì intuire il gusto del bocconcino (già, cocco e cioccolato! bravi!), ma che allo stesso tempo evocasse lo scopo della sua preparazione: coccola!
Bèèèèèè, in effeeeeetti con ingredienti simili mi sono proprio dovuta spremere le meningi per arrivare a questo nome...
La ricetta base è sempre la solita di Trish e ogni volta ne riconfermo la perfezione!
  • 125 g di zucchero
  • 125 g di burro ammorbidito
  • 100 g di farina
  • 3 uova
  • 25 g di cacao amaro
  • 1 cucchiaino e 1/2 di lievito
La variante al cocco è mia: basta aggiungere all'impasto 1 cucchiaione di cocco disidratato in polvere.
Tutto nel mixer, poi negli stampini (riempiendoli per 2/3 della capienza), poi in forno a 190°C per 15 minuti.
Infornati i dolcetti, cominciate a preparare il ripieno e la copertura. Trattasi di una ganache fondente, è semplicissimo:
  • 150 g di cioccolato fondente a pezzetti
  • 150 ml di panna fresca
Fate scaldare la panna in un pentolino. appena incomincia a bollire levatela dal fuoco e versatela sul cioccolato a pezzetti. mescolate fino a quando non avrete ottenuto un composto omegeneo e lucido. Lasciatela in frigorifero per una decina di minuti
Sfornate i muffins e lasciateli raffreddare, una volta freddi regolateli in superficie, in modo da avere delle belle calotte tonde (il più possibile, almeno!), poi, con l'aiuto di un coltellino appuntito, formate una piccola cavità al centro.
In questo buchino dovrete versare la ganache. Mettete i dolcetti farciti in frigo, in modo che il ripieno possa ulteriormente raffreddare, solidificandosi leggermente.
La ganache che avanza dovrà poi tornare in frigorifero per altri 10 minuti. Trascorso questo tempo potrete montarla, diventerà "ciuffosa" e morbida e potrete spalmarla failmente sulle calotte dei dolcetti.
Preparate poi un piatto o un vassoio su cui versare le scagliette di cocco. Poi fate un po' come per le cotelette: passate le calotte cioccolatose nel cocco, premendo quanto basta per fare aderire bene i pezzettini alla ganache.
Conservate le cupcakes in frigo, ma tiratele fuori qualche minuto prima di servirle, altrimenti saranno un po' troppo freddine.
Vi metto la foto della sezione di una CoccoCiocca così vi rendo meglio l'idea di cosa proverete al momento dell' addentaggio...altre foto con i vari passaggi qui.

sabato, settembre 15, 2007

Choco Chip Muffins By Nigella

Pubblicato da apprendistacuoca alle 16:39 31 commenti
La ricetta l'ho presa direttamente dal video qui sotto, sebbene nel web se ne possano trovare varie versioni anche tradotte. Diciamo che ho preferito affrontare una sfida con me stessa (e il mio inglese...).

secchi:
  • 1 + 3/4 cup di farina
  • 1 + 3/4 cup di zucchero
  • 2 teaspoon di lievito
  • 1/2 teaspoon di bicarbonato di sodio
  • 2 tablespoon di cacao ammaro in polvere
  • vaniglia o al massimo vanillina (lei a dire il vero usa l'estratto insieme ai liquidi)
  • gocce di cioccolato
liquidi:
  • 1 cup di latte
  • 1 cup di olio vegetale (io ho usato un buon olio di oliva)
  • 1 uovo
Avrete già capito che le misure di riferimento sono le Cups americane. Chiarito questo dettaglio non mi resta che ndire un'altra ovvietà: miscelare secco con secco, liquido con liquido e poi versare i liquidi nei secchi. Magari prima di cominciare guardate con che stile lo fa lei...

Altra chicca che si nota nel video: per porzionare l'impasto usa un dosagelato...geniale! Nigella suggerisce poi di aggiungere qualche goccia sulla superficie dei mufins prima d'infornare.
Veniamo alla cottura...Mi perdo sempre tra calcoli vari nel fare le proporzioni tra gradi Farenaith e Celsius, così ho fatto di testa mia (pricipio tendenzialmente sbagliato, in pasticceria soprattutto!)e ho provato a cuocere per 12 minuti a 170°C. Sono venuti buoni, solo che non rimangono belli gonfi come vorrei e nel video non si vede il risultato finale...qualcuno ha suggerimenti?


Ah, Nigella...

Pubblicato da apprendistacuoca alle 16:16 5 commenti
Non riesco a smettere di guardare questo video, mi rilasso solo a osservare le sue manine sante all'opera! Non si può non desiderare di riprodurre le sue creazioni, sono così appetitose, attraenti, profumate...e lei sembra così felice mentre le prepara...

giovedì, settembre 13, 2007

Pasta remix

Pubblicato da apprendistacuoca alle 12:32 12 commenti
Più che vere ricette sono due esperimenti, perciò piuttosto che snocciolare dosi e procedimenti, preferisco raccontarvi la loro genesi.
Foto a sinistra
La mia sorellina quest'anno ha cominciato la scuola media, il che significa principalmente 2 cose: 1) lei diventa grande, io invecchio; 2) niente più mensa per lei, per lei ora cucino io!
Cecilia (è il suo nome) al contrario dell'apprendistacuoca è un fuscellino di ragazzina che più che mangiare spizzica, fatta eccezione forse per alcuni must della sua dieta, come ad esempio i crostini di pane.Questa pasta è nata per lei, come accozzaglia di cose di cui è disposta ad abbuffarsi (crostini di pane, tonno, pomodorini, basilico e menta), ma è stata apprezzata da tutta la famiglia Marson. A pranzo l'abbiamo mangiata calda e abbiamo apprezzato il contrasto tra la ruvidità dei crostini e la viscidità dei pomodorini, a cena Cecilia si è spazzolata l'avanzo direttamente dal tapperware fresco di frigorifero. Per fare una prova ho infilzato qualche penna con la mia forchetta e ho potuto notore che il condimento è gradevole anche freddo, probabilmente perchè menta e basilico hanno avuto tutto il tempo di rilasciare il loro profumo.
Foto a destra
Questo è un esperimento che ho fatto per recuperare l'avanzo di una spaghettata di peperoni, aglio e acciuga (leggero, no?). Ho semplicemente pigiato gli spaghetti sul fondo di uno stampo da plum cake rivestito di carta da forno e ci ho versato sopra 5 uova sbattute con un pochino di latte. Siccome non è proprio la cosa più digeribile del mondo consiglio di servirlo in tanti piccoli quadratini come antipasto, magari insieme a qualche pezzetto di mozzarella di bufala e un filo d'olio al basilico. Ah, è decisamente più gradevole se è appena tiepido.

lunedì, settembre 10, 2007

Meringa e mini-pavlova

Pubblicato da apprendistacuoca alle 17:53 20 commenti


Per la meringa ho usato la ricetta di Kitchen-MarieClaire, perchè mi sembrava un buon compromesso tra la meringa semplice (albume montato + zucchero a velo) e la meringa italiana (albume + sciroppo di zucchero) in mancanza di un termometro da zucchero...
  • 3 albumi
  • 175 g di zucchero
Accendete il forno a 150°C.
Scaldate a bagnomaria (l'acqua deve già essere bollente) l'albume e lo zucchero in modo da far sciogliere lo zucchero ed intiepidire il composto. Con mia sorpresa sono bastati circa 3 minuti!
Montate con la frusta elettrica fino a quando non avrete ottenuto una meringa soda.
Sulla teglia rivestita di carta da forno formate dei ciuffetti con la sac-a-poche, oppure dei mucchietti con un cucchiaio. Se volete fare anche voi le pavlovine evitate di fare mucchietti troppo alti, perchè tanto si gonfieranno in forno.
Infornate per 45', poi spegnete il forno, aprite lo sportello e lasciate raffreddare le meringhe lì dove stanno.
Addentatene una oppure passate alla ricetta successiva:

Per le pavlovine:
  • 200 ml di panna fresca
  • 1 confezione di mirtilli (o frutti di bosco)
  • 2 cucchiai di zucchero
  • mezzo cucchiaino di scorza di limone grattuggiata
Scegliete i mirtilli più belli e teneteli da parte per la decorazione, l'altra metà frullatela insieme allo zucchero e al limone.
Montate la panna ben ferma e unitevi il frullato di frutti di bosco.
Siccome non avevo voglia di armeggiare nuovamente con la sac-a-poche (devo decidermi a comprarne una seria perchè quelle piccine di plastica cominciano a darmi i nervi!), mi sono ricordata di un'idea astuta di Nigella: mi è capitato di vederla usare il DOSAGELATO per porzionare l'impasto per muffins nei pirottini. Io ho usato questa tecnica per fare delle cupolette di panna sulle meringhe. E' stato un lavoretto pulito e veloce!
Decorate a piacere con frutti di bosco e foglioline di menta, se le gradite.

Un'idea: ho provato a tenere un paio di pavlovine in freezer per un'oretta. Ne sono usciti 2 graziosi mini-semifreddi!

venerdì, settembre 07, 2007

Cake stylist

Pubblicato da apprendistacuoca alle 18:02 23 commenti
Questa simpatica signora occhialuta altri non è che Sylvia Weinstock, ovvero colei che è stata definita "il leonardo da Vinci delle torte". Semplicemente geniale. Le sue opere sono il frutto di un accurato lavoro, così minuzioso che solo un'artista poliedrica come lei può garantire. Sylvia è chef (le sue torte sono famose anche per essere buone!), decoratrice, scultrice...in una parola cake stylist (non trovate che il termine abbia un suono meraviglioso?). Ognuna delle sue richiestissime Wedding Cakes viene "disegnate su misura", rispetto ai gusti e alle esigenze del cliente, esattamente come un abito!Quando vedo torte di questo genere penso sempre alla persona incaricata di farle a fette (che macabra immagine)...io non ne avrei il coraggio!

www.sylviawinstock.com
about Sylvia Weinstock
intervista a Sylvia Weinstock

mercoledì, settembre 05, 2007

Delizia incontra...

Pubblicato da apprendistacuoca alle 12:03 11 commenti

martedì, settembre 04, 2007

Villa Oliva e il vino cotto

Pubblicato da apprendistacuoca alle 18:03 12 commenti
Panna cotta con gelatina di vino cotto
Ho trascorso le ultime settimane di agosto nelle Marche, a Civitanova Marche per la precisione. Anzi, volendo proprio essere pignoli mi trovavo nella campagna che circonda il bellissimo borgo di Civitanova Alta.






Dal giardino della casa nelle giornate limpide potevo vedere il mare, i paesini nelle vicinanze, i morbidi pofili delle colline, fino a scorgere all'orizzonte le vette dell'appennino. C'è da dar ragione a Giacomo Leopardi! Come c'ha visto bene da dietro quella siepe...
Tra le tante prelibatezze che appartengono alla tradizione marchigiana, una in particolare ha ispirato le mie sperimentazioni culinarie - e qui lascio un attimo tra parentesi la mia nuova passione scoppiata per quella goduria della crema fritta...ho giurato a me stessa di mangiarla almeno una volta a setimana! - : si tratta del vino cotto della vigna di nonno Mondo (è il nonno della mia amica Angela di cui ero ospite... Angie non arrossire!). Il sapore del vino ricorda il passito o il marsala e mi ha sorpreso constatare che in questa zona non viene usato per la cucina e si usa solo servirlo a fine pasto, oppure con i cantucci come si fa in Toscana con il vin santo. Io invece ci ho profumato pure le scaloppine! (Non me ne vogliano i marchigiani...)
L'esperimento di cui sono più fiera è quello che vedete nella foto. Semplicissimo ma molto particolare.
per la panna:
  • 300 ml di panna fresca
  • 1 bicchiere di latte
  • 75 g di zucchero
  • 3 fogli di colla di pesce
Mettete i fogli di gelatina a bagno in acqua fredda, poi unite gli altri ingredienti in una casseruola. Appena la panna comincia a bollire spegnete il fuoco, strizzate i fogli di gelatina e metteteli nella casseruola. Mescolate bene poi versate negli stampini.
Lasciate raffreddare in frigo per 3 ore circa.

per la gelatina di vino cotto:
  • 125 ml di vino cotto
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 foglio e mezzo (anche 2!) di colla di pesce
Come prima: i fogli di gelatina a bagno e il resto sul fuoco. fate bollire un paio di minuti poi unite la gelatina strizzata. Mescolate e versate negli stampini sopra alla panna già fredda. La sciate raffreddare per un paio d'ore in frigo.
Questa è invece Villa Oliva, la casa in campagna del nonno di Angela. Non pensate che questo scatto ricordi questo quadro di Magritte?
 

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